Impressioni su Dungeons & Dragons 4a edizione

Dungeons & Dragons 4a edizioneSabato scorso ho provato per la prima volta la quarta edizione di D&D, curioso di sperimentare il nuovo sistema. Per la cronaca, gioco abitualmente alla seconda edizione da diversi anni e conosco la terza anche se non l’ho mai utilizzata.

Considerando che ho appena iniziato a conoscere le nuove regole, l’impressione che ho avuto è quella di un gioco molto più strategico. Ovviamente mi riferisco ai combattimenti, perché bene o male le parti interpretative e più narrative sono quasi sempre liberamente gestibili dal master: le regole influiscono come sempre soprattutto sugli scontri, tranne quando si usano le abilità.

La prima differenza è che tutti gli scontri di D&D 4a edizione avvengono su un classico campo di battaglia quadrettato. E’ questo il primo elemento che mi ha fatto pensare ad una impostazione molto più strategica: i personaggi hanno un determinato numero di punti movimento a disposizione, e ad ogni round possono compiere determinate azioni (standard, minori e di movimento). Un’impostazione molto più vicina ad un gioco da tavolo che ad un gioco di ruolo.

L’impressione è che l’insieme sia comunque molto più bilanciato che in passato, soprattutto per i combattenti, ma abbia perso qualcosa dal punto di vista della spontaneità e del realismo. Avrò modo di conoscere meglio le regole e farmi un’idea migliore, ma si tratta comunque di un gioco totalmente diverso dal Dungeons & Dragons che molti conoscono.

d20

Non è detto però che questo sia necessariamente un male, come sempre tutto dipende dalla bravura del master e dall’intelligenza dei giocatori. Se si hanno dei preconcetti i tanti cambiamenti potranno non piacere, ma è normale che sia così. Personalmente niente mi ha impedito di divertirmi comunque: basta avere voglia di sperimentare, pur essendo consapevoli che il D&D a cui siamo abituati è ben altro.

Parlando con gli altri compagni di avventura, è venuto fuori anche un discorso interessante sui giocatori abituali di Dungeons & Dragons: sarà un caso, ma rispetto ad altri GdR gli affezionati di D&D spesso sono molto più restii ai cambiamenti, restando legati ad una particolare edizione. Avete anche voi la stessa impressione? Non credo di essere il solo a pensarlo, conoscerete anche voi qualcuno che si è fissato su un set di regole e non vuole sentir parlare di altro.

Lascio a voi decidere se questo sia un bene o un male, se comunque volete provare qualcosa di diverso dal solito la quarta edizione potrebbe piacervi, soprattutto se amate i board game strategici.

[ Foto Credits: scogle ]

Pubblicato da TomStardust

Admin di GdR Players. Ho giocato per anni a Dungeons & Dragons, poi ho scoperto un mondo di altri GdR. Ken il Guerriero, Cani nella Vigna, Mage: The Ascension, Esoterroristi, Fiasco!, Apocalypse World, Non Cedere al Sonno, e vari giochi da tavolo che fanno sempre bene. Contattatemi per una birra se siete a Firenze!

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26 commenti su “Impressioni su Dungeons & Dragons 4a edizione”

  1. Hellbrass Vai al profilo 23 Febbraio 2010 – 10:07

    Non conosco la quarta edizione di D&D, ma non posso che confermare il tuo discorso relativo alle edizioni. Io gioco con l’advanced da ormai più di 10 anni… e non mi sono mai trovato bene con nessun altro sistema anche se più completo, sicuramente è per una questione di affetto e poco più, ma se penso ad una bella sessione di gioco mi vengono in mente per prime quelle giocate con quel sistema.

  2. L 23 Febbraio 2010 – 11:19

    Anche io ho dato un occhiata al nuovo sistema, essendo un tipo curioso di natura, ho trovato alcune cose carine ma altrettante cose non mi sono piaciute, soprattutto il fatto che le varie abilità dei pg sono basate troppo su i movimenti su i quadretti e cose del genere.
    E’ sicuramente qualcosa di molto diverso dalle altre edizioni.
    Io sono un amante della 3.5, con ambientazione Forgotten Realms che trovo meravigliosa, e gioco anche ad ad&d 2 e tra loro c’è chi è decisamente fissato, soprattutto una persona che per lui esiste solo ed esclusivamente quel sistema di gioco, non notando con i paraocchi le tante incongruenze e falle dovute al fatto che era una delle prime edizioni, è più che ovvio che con il passare del tempo gli errori vanno migliorati e livellati anche per questo mi ero avvicinato alla nuova edizione che mi ha però deluso. A mio parere hanno cercato di renderla più adatta alle nuove generazioni rendendola però un pò troppo Power Player, anche se le razze, in special modo l’eladrin, mi sono piaciute molto. Io credo che dipenda solo da un pò di apertura mentale, perchè è normale restare legati all’ edizione con cui si ha cominciato, il primo amore non si scorda mai, però è meglio guardare le cose con un pò di obbiettività.

  3. Fabry Vai al profilo 23 Febbraio 2010 – 11:50

    Personalmente ho iniziato dalla scatola rossa, per poi passare alla seconda edizione, poi alla terza e alla 3.5 senza troppi traumi.
    All’uscita della quarta edizione ho comprato i tre manuali base in italiano, e dopo averli letti, ho provato a giocarci con amici che hanno un certa esperienza nel campo del gioco.
    Dopo aver creato i personaggi partendo dal primo livello, già le differenze con le altre edizioni era evidente,movimento espresso in quadretti, più alto il numero di PF, poteri molto forti e i famigerati impulsi curativi (che rimangono a nostro gusto la bestialità più grossa di questa edizione).
    Abbiamo giocato un po’ di avventure fino al passaggio al livello successivo, prendendo confidenza con i vari poteri di ogni classe, per poi abbandonare il gioco e ritornare alla 3.5
    Il movimento in quadretti, gli impulsi curativi, i ruoli all’interno del gruppo (controllore, difensore, tanker…)Con l’idea in comune di aver provato a giocare ad un GDR online trasposto su carta e non più al vecchio D&D a cui eravamo abituati.
    Per quanto riguarda il manuale dei mostri, trovo inutile la presenza della versione da 1 PF dei mostri, sarebbe stato meglio lo avessero consigliato ai master con manie di stragi. In fondo ogni master almeno una volta nel gestire situazioni in cui gli eroi falcidiavano molti mostri consideravano molti mostri con pochissimi PF.
    Infine, a discolpa del gioco posso dire che forse la nostra decisione di troncare i nostri rappporti con la quarta edizione è stata la nostra frettolosità nel dire: questa edizione non mi piace.
    Forse basta abituarsi a queste regole cercando di dimenticare le precedenti, ma non è così facile, tutti noi abbiamo avuto la sensazione che D&D sia stato violentato e piegato ai gusti delle nuove generazioni abituate a sedersi di fronte ad un PC e giocare online, nulla in contrario a questo tipo di gioco ma il GDR cartaceo è tutt’altra cosa.
    Inoltre anche l’impostazione grafica e l’esposizione delle regole è molto semplificata rispetto alle versioni precedenti, confermandomi l’idea del target d’età a cui è rivolto. Bella mossa commerciale della Wizards, che non mi ha personalmente conquistato.

    1. Necromancer Vai al profilo 23 Febbraio 2010 – 12:23

      come non quotarti.. la 4a edizione è un board game non un gioco di ruolo… tutte le classi hanno dei poteri e non piu il mago ha gli incantesimi, il guerriero i talenti, il chierico le preghiere…
      tutto standardizzato per farlo facile e immediato, le abilità di classe in classe si chiamano in modo diverso ma hanno quasi tutte lo stesso effetto ( per i medesimi ruoli della classe)..
      veramente triste se questo sarà il futuro dei giochi di ruolo…
      io continuo a giocare ai giochi ww e passate edizioni che è meglio…

    2. MetalCore Vai al profilo 12 Gennaio 2011 – 14:32

      Avete scritto tutto quello che c’era da dire e bene.
      Io voglio essere più cattivo: è un gdr creato per vendere a chi non ha mai fatto altro che giocare con il pc.
      Ha abbassato di molto il livello di un gioco di ruolo di importanza storica. Una vergogna.

  4. Joshi Spawnbrød Vai al profilo 23 Febbraio 2010 – 16:52

    La 4th edition… è un intervento netto all’interno del panorama del gioco di ruolo, ma alquanto prevedibile.
    D&D, dalla scatola rossa ai successivi, ha sempre ampiamente dimostrato quello dal quale è nato: un’identità difficile da abbandonare, che lo relega nel mondo degli strategici sin dagli albori.
    Ci ho messo diverso tempo dopo varie esperienze di gioco in diversi gruppi, a capire che d&d non è un “gdr dal sapore del wargame” ma l’esatto contrario: un wargame migliorato per poter fare un buon gioco di ruolo ( e qualcuno penserà sicuramente che ho perso tempo in queste riflessioni xD ).
    Con l’implementazione moderna, a mio parere c’è un eccessivo intervento commerciale tipico della WotC, che cerca sempre di proporre un prodotto su più fronti di gioco ( manuali, miniature, prodotti informatici ), ma magari questa cosa è più apprezzabile dalle persone che gradiscono avere una buona collezione di questo tipo.

    1. Orko Vai al profilo 27 Marzo 2010 – 20:52

      Sono daccordo con te, si è partiti dal voler far imparare a ragionare secondo la logica degli scacchi i Bambini (IO per primo, e poi tutti noi), ed in seguito li si è trasformati in collezionisti. Personalmente della 4° edizione mi intriga soprattutto l’aspetto strategico, che in 3.X era scomparso. Anche perchè, diciamoci la verità, in 3.X i giocatori hanno perso la PAURA di far morire i loro Pg. Mi ricordo una volta che in AD&D col mio gruppo 15° livello fummo costretti a darcela a Gambe contro 3 giganti. A voi è mai successo? vi ricordate com’era divertente rischiare di perdere più Pg in una giornata? In 3.X io non mi diverto più così tanto.

  5. dr Jack 24 Febbraio 2010 – 18:53

    Io sono passato da tutte le edizioni, partendo dalla scatola rossa fino ad arrivare alla quarta di oggi.
    E anch’io ho avuto l’impressione che molti giocatori si siano affezionati a una determinata edizione e non la mollino più. Ma non è il mio caso.

    Poi dipende tutto da cosa si cerca nelle regole. Verosimiglianza/realismo, equilibrio, una giusta alchimia tra le classi che stimoli il gioco di gruppo, la semplicità? Qualcos’altro ancora?

    I ruoli delle classi con la quarta ed. sono diventati molto più definiti e raggruppati in 4 categorie (assalitore, tank, guida, e controller): questo stimola il gioco di gruppo. Ma le classi sono diventate anche meno elastiche e questo diminuisce la possibilità di interpretare.

    Poi.. già con la terza D&D stava prendendo caratteristiche di gioco da tavolo, e con la quarta sono state ancora più sottolineate.

    A me tutto sommato non dispiace, ma dipende dai gusti.

    La cosa che preferisco della quarta edizione è che maghi, chierici, stregoni e castatori vari sono stati equilibrati. E adesso classi prima molto deboli (ladro?) hanno acquistato serietà.

    Quello che avrei voluto di più? Eliminare gli allineamenti!

  6. Matteo Vai al profilo 26 Febbraio 2010 – 13:09

    Tomstardust ha detto:

    “sarà un caso, ma rispetto ad altri GdR gli affezionati di D&D spesso sono molto più restii ai cambiamenti, restando legati ad una particolare edizione. Avete anche voi la stessa impressione? Non credo di essere il solo a pensarlo, conoscerete anche voi qualcuno che si è fissato su un set di regole e non vuole sentir parlare di altro.”

    Non sono d’accordo. Certo esiste il discorso affettività e nostalgia ma non è solo per questo che molti giocatori di D&D sono rimasti ad una particolare edizione, e “come muli” non vogliono schiodarsi da essa.

    Che non sia semplicemente perchè siamo inorriditi di fronte alle regole nuove, all’impostazione nuova, alla “forma mentis” imperante della WOTC e dei giocatori della terza o quarta edizione?…forse è solo per questo?

    sono- queste- ragioni più che sufficienti, senza scomodare patetiche nostalgie da vecchi bacchettoni.

    1. TomStardust Vai al profilo 26 Febbraio 2010 – 14:10

      La mia riflessione non è una critica, tra l’altro se hai letto l’introduzione del post ho detto subito che gioco abitualmente alla seconda edizione da diverso tempo.

      L’impressione però l’ho avuta più volte, e mi riferivo anche ad altri giochi, non solo alle diverse edizioni di D&D. Ho trovato che spesso i giocatori di Dungeons & Dragons sono molto più restii a sperimentare: le eccezioni non mancano, ma mi è capitato più volte di trovare giocatori scontenti davanti a GdR indipendenti o comunque troppo diversi dalle logiche a cui erano abituati.

      Magari è solo una mia impressione, per questo chiedevo pareri 😉

      1. Matteo Vai al profilo 26 Febbraio 2010 – 23:53

        si Tomstardust su questo ti do ragione, effettivamente anch’io ho avuto l’impressione che i giocatori di D&D “anziani” siano meno interessati a sperimentare altri giochi, come potrebbe essere per esempio Rolemaster od altri.

        Tuttavia, di contro- ti faccio presente che la “refrattarietà” dei giocatori di AD&D a passare alla terza edizione o alla quarta, è rispecchiata perfettamente
        oggigiorno in un altro ambito: e cioè i puristi di Runequest 2nd edition NON sopportano affatto la nuova edizione di Runequest pubblicata dalla Mongoose publishing, ritenendola molto peggiore di quella originaria.

  7. Patcha 26 Febbraio 2010 – 19:52

    “Non è detto però che questo sia necessariamente un male”…
    No… D&D4 non è un male…
    D&D4 è IL male!

  8. Carlo Vai al profilo 28 Febbraio 2010 – 01:10

    Ciao a tutti!!!
    Ho giocato D&D in tutte le sue “incarnazioni”, almeno quelle tradotte in italiano, partendo dalla scatola rossa fino a D&D 3.5. La 4h ed. l’ho letta ma non l’ho mai provata per vari motivi, primo tra tutti, il fatto che non mi piace.
    A mio modesto parere, tutte le edizioni precedenti hanno avuto un qualcosa di realmente innovativo su cui far leva: l’edizione della scatola rossa… bhé, è stata la prima, un sistema di regole semplici e proprio per questo facili da personalizzare e approfondire. AD&D in italiano ha fatto la sua comparsa in Italia nel 1994 nella veste di seconda edizione. Di questa edizione ho apprezzato molto le sue ambientazioni e i vari supplementi e campagne, ahimé ben poco in italiano ma il materiale in lingua originale permetteva di spaziare parecchio. Le regole di AD&D 2ed. comunque, alla lunga mostravano non pochi limiti e incoerenze. Infine la terza incarnazione del gioco, D&D 3 ed. e successivamente (3 anni dopo) D&D 3.5. Che dire di questo sistema? Sicuramente un sistema completo, forse non proprio immediato da apprendere ma ha reso D&D quello che, secondo il mio modesto parere dovrebbe essere: il giusto connubio tra gioco di ruolo, interazione/collaborazione tra personaggi e strategia di combattimento… ebbene si, a mio avviso D&D è a questo che si presta, si possono dosare gli ingredienti ma rimarranno più o meno quelli in un gioco di ruolo come D&D. Una pecca della 3.X, sono sicuramente le ambientazioni e le avventure. Ambiebntazioni portanti “ridotte” a 2 (Forgotten Realms e Ebberron, quest’ultima oltretutto completamente nuova). Avventure poche, generiche o saltuarie, sparse in una marea di supplementi regolistici, la maggior parte dei quali inutili… Nessuna campagna degna di nota a livello ufficiale.
    Tornando alla 4h. ed. al momento della notizia dell’uscita, sinceramente ho pensato che dopo appena 5 anni dall’uscita della 3.5, proporre una nuova edizione non poteva che essere una mossa di mercato e in realtà è quello che penso tutt’ora dopo aver dato un’occhiata al manuale e aver visto quelle che dovrebbero essere le “innovazioni”. A conti fatti, il vero “nuovo” D&D, oggi si chiama “Pathfinder”, quella che è stata definita dai fan la versione 3.75 (altro che 4h. edizione…).

  9. Blacklinx Vai al profilo 2 Marzo 2010 – 16:55

    Io non ho ancora provato questa “nuova” edizione, ma spero di poterlo fare presto o tardi. Approvo il concetto espresso dall’autore sui “cambiamenti” e sulla difficoltà che questi suscitano nel giocatore “D&D addicted”: personalmente cominciai 10 anni fa con D&D, ma solo perché oltre ad essere il più famoso era tra i pochi che avevano ottenuto un livello di sviluppo tale da permettere un avvicinamento facile ed istantaneo; ma presto imparai altri giochi, che annoveravano ulteriori set di regole (non basate sul D20) e ad oggi mi ritengo in grado di spaziare su vari fronti, pur rimanendo principalmente legato a generi narrativi di mio gusto (fantasy puro e fantascienza). Il mio attuale master di 3.5 invece…

  10. vik 3 Marzo 2010 – 18:25

    Io non ho provato la 4a ma faccio il master in 3a da ormai parecchi anni e ti dirò che le regole che menzioni tu io non le ho mai applicate. Sta tutto al buon senso e basta. Mettere i giocatori su una mappa quadrettata dovrebbe servire solo ai PG per rendersi conto della situazione e al master a non perdere d’occhio tutto quello che accade. Altrimenti è puro Power-Play (quindi tanto vale giocare a Neverwinter Night al pc!).

  11. Hellbrass Vai al profilo 4 Marzo 2010 – 12:20

    Posso solo dire che dopo aver fatto un paio di sessioni di prova alla 4a edizione di D&D dopo anni che giocavamo in maniera appassionata alla 2a edizione… il mio gruppo ha deciso di passare al Role Master

  12. Quillan Vai al profilo 6 Aprile 2010 – 20:44

    Premetto che sono un ex giocatore di AD&D2 (che ho giocato dal 91 al 94) e che la 3.0-3.5 mi hanno sempre “respinto” per un eccesso di cipher-crunching.
    Ho provato con molta curiosità questa IV ed, effettuando 4 sessioni settimanali con un nuovo gruppo che già usavano questo sistema. Bene, confermo le impressioni riportate da alcuni di voi sopra:
    – è uno spudorato boardgame a miniature (una sorta di AdvancedUltraMega HeroQuest) con intorno un po’ di “colore” in salsa gdr;
    – ha una serie di meccanismi modulari che fanno pensare ai MMORPG più che al gdr pen&paper;
    – gli “impulsi curativi” sono una cazzata in grado di uccidere qualsiasi atmosfera fantasy;
    – la gestione scacchistica di ruoli, disposizioni, spostamenti sul quadrettato fanno a pugni con ogni forma di narrazione verosimile degli avvenimenti;
    – l’aver omogeneizzato poteri, capacità e differenze tra le classi secondo me non aiuta certo a rendere il gioco migliore, solo più piatto e livellato verso il basso.

    Just my 2 cents, ovviamente 🙂

  13. Teodorius Vai al profilo 10 Aprile 2010 – 19:03

    Concordo pienamente con Quillan e molti altri qui dentro.
    Il gioco è chiaramente ispirato al successo dei MMORPG degli ultimi anni.
    Molti poteri e talenti sono inoltre INDESCRIVIBILI narrativamente,in più sono progettati per essere messi in pratica su griglia.
    Ovviamente c’è chi mi dirà di no…ma vi porto un’esempio:
    PAG 83 del manuale del giocatore d&d4,classe condottiero,prodezza”Padrone del campo di battaglia”
    DESCRIZIONE:il personaggio fà scorrere ogni bersaglio di un numero di quadretti pari al proprio modificatore di intelligenza.

    ehm -____-‘,cioè?Il personaggio dà ordini ai mostri senza l’uso di magia o ammaliamenti e questi lo eseguono?Magari andando comodamente nella casella con l’acido o la fossa?Ma è assurdo!

    Gli incantesimi NON OFFENSIVI non esistono più,ora li si chiama “rituali” e una magia per scassinare una porta ci costa più di una corazza completa.Le Classi non hanno più la minima differenza se non la capacità di menare.
    Un barbaro ad esempio,che dovrebbe migliorare SOLO sotto l’aspetto marziale,inizia con il cazzotto e finisce con le”ALI DELLA FENICE” di phoenix,dei cavalieri dello zodiaco…e mi chiedo:ma perchè?

    100 guerrieri dello stesso livello avranno sempre gli stessi pf,dato che i pf non sono più a dado,ma a punteggio fisso e la costituzione non influenza più il dado vita.
    Gli impulsi curativi sono pure loro “indescrivibili”,mi ricordano un videogame.
    Consiglio vivamente questo gioco a chi interessa solo “la sfida”.
    Certo mi si può rispondere:un buon narratore e un buon gruppo possono giocare storie stupende e interpretare bene con il buon senso!
    Si certo,ma…
    perchè allora non usare un sistema che permetta il massimo rendimento e libertà,al posto di fossilizzarsi su un sistema da videogame?
    Passate alla pathfinder piuttosto.^^

    1. Carlo Vai al profilo 12 Aprile 2010 – 12:20

      Sono pienamente d’accordo con te.
      Uno dei portenti dei giochi di ruolo è proprio quello di essere sopravvissuto all’invasione dei videogame sul mercato, questo perché niente può essere più accurato e profondo della fantasia dei giocatori e dei narratori, il gioco di ruolo unisce le persone e lo fa “dal vivo” e poi è una continua sfida nel migliorarsi, sia come giocatore che come narratore.
      Se il capostipite dei gdr va ad emulare le meccaniche di videogioco, significa che non ha davvero più nulla da dire.
      Lunga vita a Pathfinder! 🙂

  14. Gio' 18 Aprile 2010 – 10:56

    ….Ragazzi, ho comprato la 4Ed perchè mi piacevano i manuali graficamente parlando, gioco e masterizzo D&D e altri GDR fin dal lontano 1982 quando i manuali erano solo in inglese ed era il mitico Advanced D&D (ora ho 43 anni), a parte questa introduzione devo dire che mi state facendo venire la pelle d’oca per le critiche mosse al nuovo sistema, che in verità nn ho ancora avuto il tempo di provare, (ho letto solo la prima parte del manuale del giocatore)gioco anche con i videogiochi ma come dite sono convinto che le cose non debbano mischiarsi troppo, tuttavia sono convinto come dice Sciabola-Rossa che unbuon Master è comunque in grado di far giocare una bella partita “smanettando” le regole, cosa che si è sempre fatta con TUTTI i GDR esistenti, ad esempio attualmente sto giocando con un Master che mischia le regole di Conan a D&D 3.5 e ci divertiamo benissimo, in fondo è la sensazione che si provagiocando quello che conta, e D&D (inclusa questa edizione) è sempre stato un gioco dalla LIBERTA’ totale di manipolazione, non trovate?

    Bel Forum, ci tornerò di sicuro…

    Continuamo a giocare! 😉

  15. alessandro 4 Maggio 2010 – 19:46

    la terza edizione col forgetten realms è la migliore in assoluto….il tuo personaggio non sarà mai il più forte del mondo esistente,però da molta soddisfazione…e il tutto cm qè ben assortito ed equilibrato…senza dilungarmi troppo nel discorso…a proposito,c’è qualcuno su Pisa che gioca alla 3 edizione?

  16. Marco Vai al profilo 22 Giugno 2010 – 14:23

    Salve a tutti i giocatori del forum ! Mi chiamo Marco, e gioco a D&D da circa 8-9 anni. Purtroppo non ho mai avuto il piacere/possibilità di provare le edizioni precedenti alla 3.0. Cmq sia l’ambientazione de Forgotten

  17. Marco Vai al profilo 22 Giugno 2010 – 14:34

    Scusate missckick !! XD !!! Dicevo: Con l’ambientazione di Forgotten Realms mi sono trovato più che bene, soprattutto per la varietà delle “missioni” possibili. Insomma per quanto ci possiate giocare 2 campagne uguali non vi verranno mai ! Detto questo vi dirò che ho avuto la curiosità di provare quest’ultima edizione, la 4°, oltre alla mia adorata 3.5 (tanto criticata ma secondo me più “verosimile” della 3.0). Ecco vi posso dire che in tutta la sessione di gioco non c’è stata una SINGLOLA interazione tra i giocatori, (e non mi venite a dire che è colpa dei personaggi o del master, sò D&D come funziona)! Nonostante io abbia provato a fare del vero e proprio GDR, è stato il sistema stesso ad impedirmelo… Questa non è una critica, ma semplicemente una constatazione. Se volete un MMORPG cartaceo, eccovelo qui! Chiudo con il dire che ho dato una letta alla versione cosiddetta 3.75 (Pathfinder) e mi hanno stuzzicato le leggere modifiche apportate alle classi (si sà prima o poi la voglia di cambiare qualcosa viene a tutti….), quindi vi consiglio di dargli una letta !!!
    Spero di non aver offeso nessuno (XD), BUON GIOCO A TUTTI !!!!!

  18. Yanhu Vai al profilo 18 Maggio 2011 – 12:11

    Ho sentito voci sulla quarta edizione (confermate qui dai vostri commenti) e me ne sono tenuto ampiamente alla larga:) Sono tornato alla cara e vecchia scatola rossa (sia come giocatore sia come Master): nel gruppo lo chiamiamo “D&D Ignorante” e facciamo tre anni di campagna fra poco.
    Personalmente trovo D&D (in tutte le sue versioni) sbilanciato, e credo sia dovuto al sistema D20.
    Mi sono trovato molto bene con altri prodotti (War Hammer Fantasy, Dark Heresy), che propongono un’ambientazione davvero dettagliata, più matura, un sistema di gioco più solido (il D10 o percentuale) e maggiormente realistico (puoi essere forte quanto vuoi, ma contro 4 goblin, per il solo fatto di essere uno contro 4, rischi di prenderle!)
    Dovessi comunque scegliere la migliore edizione del D&D sarebbe sicuramente l’Advanced D&D 2nd Edition.

    1. Carlo Vai al profilo 25 Maggio 2011 – 21:02

      Penso che l’AD&D 2nd Edizione, sia il sistema di gioco con più falle e che spesso scade in alcune inutili complessità (a scapito della scorrevolezza del gioco come può essere nel D&D Base). La cosa buona di AD&D 2nd Ed, sono sicuramente le sue varie ambientazioni, storiche, ben fatte e abbastanza varie tra loro. La giocabilità del sistema è spesso insensata (ebbene si, più insensata di altre incarnazioni delle regole), senza togliere che i Pg tendono ad essere ben poco caratterizzati e quindi tutti simili (quindi, sotto questo aspetto, nessuna miglioria rispetto al regolamento più datato). C’è chi preferisce questo tipo di regolamento per poter caratterizzare un Pg a livello di GDR e non di regole… a mio avviso se sa fare anche qualcosa di diverso rispetto ad un’altro Pg, magari della stessa classe, è buona cosa. Se la vastità di scelta è ampia e bilanciata, tanto meglio.
      Il “D&D Ignorante”, come lo chiami tu, è sicuramente meglio dell’AD&D 2ed… poche regole, molto a discrezione del Master ed un regolamento semplice e scorrevole, che per il tipo di GDR che vuole instaurare, è la cosa migliore.
      Diversamente da ciò, D&D 3.5 (o ancora meglio Pathfinder) è un regolamento più robusto, forse definibile “Per Esperti”. Vasta scelta di caratterizzazione del PG, utilizzo di un regolamento da griglia di gioco per le miniature e molto materiale (purtroppo poco in italiano). Sulla 4a ed. torno a ripetere che è una pura mossa commerciale che tende a rifarsi sulla corrente del momento, ovvero quella di tornare alle origini del D&D vecchia scuola ma in salsa Warcraft, con un pizzico di Manga… insomma, qualcosa di Moooolto diverso dai canoni ai quali erano abituati i vecchi giocatori. Non un gioco con una sua personalità, ma un gioco che mira ad attirare più consensi possibili all’interno di ambiti studiati a tavolino.

  19. Il vecchio halfling Vai al profilo 21 Settembre 2011 – 21:17

    Premetto che sono un giocatore old school.
    Io penso che giocatori i quali, come me, sono affezionati alle vecchie edizioni, non lo siano solo per un affetto morboso o per un impeto integralista e anti-innvoatore. Credo che siano invece affezionati ad una forma mentis che con le nuove edizioni è stata stravolta completamente e, cambiare abitudine, quando l’abitudine è anche una forma mentis è ancora più difficile. Oltre a questo però sono anche convinto che le vecchie edizioni siano proprio più belle.
    Personalmente ritengo che AD&D sia pieno di falle, a volte ci sono regole incomprensibili o contradditorie, errori ecc.. ma il problema non è questo.
    Penso che, un combattimento che avviene muovendo delle miniature su una griglia a quadretti, sia molto diverso da uno schizzo a matita su un foglio e il master che ti dice: “gli orchetti vi piombano addosso da ogni direzione coi coltelli sguainati e la bava alla bocca!”. Certo, può dirtelo anche il master della 4° edizione ma poi, quello che vedi un attimo dopo è la perfetta griglia quadrettata e le miniature, cioè lo visualizzi il tuo campo di battaglia e non te lo immagini, per cui poi, quello che pensi immediatamente, lo pensi in termini di punti movimento, numeri e quadretti, non in termini di: “sguaino la spada e mi lancio all’attacco…PER IL GRAN DUCA!!!”. E’ così che noi della vecchia scuola pensiamo al gioco di ruolo.
    Oppure se ti dico: “La sala del trono è sorretta da due file di colonne” e tu mi chiedi come sono queste colonne, io ti rispondo: “Sono pilastri imponenti di marmo rosso e danno un tono di grandezza e maestosità alla sala”, però poi il giocatore della 4° edizione mi dice: “no, non intendevo quello, volevo dire se sono 2×2 o 3×3, che se devo fare 4 punti movimento per aggirarle allora dovrei….”
    Nella 3.5, c’è da dirlo, la direzione era già questa. A me però non dispiace completamente, alcune regole sono state semplificate altre migliorate; però mi cadono le braccia per cose come il ladro che si “nasconde in piena vista”, il mago che con “incantesimi in combattimento” può beccarsi una martellata in testa e lanciare comunque l’incantesimo che stava preparando, “il lupo crudele”, “il maiale crudele”, “il tasso crudele” (che finora pensavo fosse solo quello delle rate per la macchina), il “colpo turbinante” e via dicendo; ci manca solo “l’onda energetica”. Purtroppo la 3.5 per molti aspetti è un incrocio tra dragonball e i pokemon. Comunque, sono d’accordo con quanti hanno detto che dipende da cosa uno intende e vuole quando gioca di ruolo. Inoltre non è che bisogna per forza smettere di giocare ad un’edizione per un’altra, uno può anche fare una partita con AD&D e un’altra con 3.5 o, addirittura con la 4° edizione.
    Ma soprattutto, voglio dire: evviva il D&D “ignorante”, bello, semplice, e quindi con tanto spazio per l’interpretazione, c’era praticamente solo quella! E poi per inteso, non era ignorante manco per niente. E’ vero, le abilità dei personaggi, i poteri e i super poteri non erano niente in confronto alle nuove edizioni, però, c’era una cura per le ambientazioni che oggi SE LA SOGNANO! I Gazeteer di Mystara erano vere e proprie guide per i vari regni, e parlavano di storia, di usi e costumi; di come un guerriero di Thyatis fosse completamente diverso da uno di Darokyn e non solo nel senso delle abilità e dei poteri ma proprio dal punto di vista del ruolo; ti dicevano che la figlia del gran duca era segretamente innamorata di un certo marchese ma promessa sposa ad un altro, che alcune antiche famiglie del regno erano in stato di malcontento perché il barone dell’aquila nera gli aveva espropriato i terreni; e che, a Glantry ci sono nuclei terroristi di elfi che rivendicano i Principati come loro terra natia; il tutto poi, in poche decine di pagine. Così facendo davano molta più coerenza all’ambientazione usando un modo narrativo e fornivano innumerevoli spunti per avventure e campagne. La descrizione delle varie nazioni non era solo: qui ci sono gli elfi, qui gli umani, qui i nani e qui gli halfling, che poi sono tutti stereotipi. Oggi dire che un PG è “ben caratterizzato” significa automaticamente dire che ha delle abilità e dei poteri che lo differenziano dagli altri e che gli danno valore, un valore poi, che si riferisce sempre e soltanto a quanto è forte.
    Ah, questi giovani d’oggi…. ascoltano l’emo-punk e giocano a D&D senza credere più alle favole. Non c’è più religione!

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