Sabato mattina Io, Alessandro e Moreno, abbiamo giocato per la prima volta a Fiasco. Il manuale, edito da Janus Design viene descritto così:
Fiasco è un gioco senza GM per 3-5 giocatori, progettato per essere giocato in un paio d’ore con dei dadi da sei e nessuna preparazione. Durante il gioco pianificherete e metterete in atto situazioni stupide e disastrose, solitamente all’incrocio tra avarizia, paura e lussuria. È un po’ come fare il tuo film dei fratelli Coen, nello stesso tempo che ci metteresti a vederne uno.
E devo dire che ha mantenuto in pieno le sue promesse. Non avevo preparato nulla e abbiamo seguito il manuale come le istruzioni di un gioco da tavolo. L’ambientazione può variare e ci sono diversi scenari gratuiti sul sito dell’autore originale. All’inizio, a metà e alla fine sono gli unici momenti in cui i dadi rotolano e permettono di scegliere degli elementi da alcune tabelle (Setup, Crisi e Sipario). Le scene tra questi momenti vengono impostate e risolte a turno dai giocatori che di volta in volta descrivono cosa succede o se i personaggi hanno successo o meno. Il successo o il fallimento fa guadagnare dadi (bianchi o neri) da tirare durante la Crisi e il Sipario.
Il playset è stato quello nella londra scespiriana e il setup ha portato alla creazione dei seguenti personaggi:
Donald: “stregone” e compagno di bevute di John, possiede un laboratorio dentro una torre campanaria (luogo)
John: star in declino del teatro e compagno di bevute di Donald, vuole sapere la verità sulla scatola sotto il palcoscenico (bisogno)
Joanna/Walter: aspirante stella del teatro (nonostante sia donna) e allieva di Donald (oggetto segreto: un travestimento per nascondere il tuo genere) (Io)
La scena si apre tra Donald e Joanna, i due hanno creato un filtro per Joanna che renda impossibile parlare a chi lo beve. Donald vorrebbe “qualcosa” in cambio da Joanna che scappa rifilandogli una ginocchiata negli “spiriti”. Ovviamente il filtro è per John di modo che faccia una figuraccia in teatro e Walter possa prenderne il posto. Scena classica con il vino nei bicchieri, chi berrà la pozione?
Perdo il conflitto e Walter trangugia il filtro. Figura di m**** colossale in scena.
John scopre che la scatola sotto il palco appartiene a Marlowe che ultimamente lo sta tartassando e non gli dà più le parti di un tempo. Parlando in taverna con Donald gli commissiona un filtro che suggestioni chi lo beve a fare la volontà di chi gli parla.
Donald falla la scena di creazione del filtro e crea un veleno mortale.
Joanna vuole riprovare a influenzare John con un filtro e sgattaiola nel laboratorio non vista e fa per rubare la pozione (in realtà il veleno). Donald torna sui suoi passi scatta una lotta con l’obiettivo “chi si terrà la pozione alla fine”, la donna scappa illesa, ma vince Donald che può consegnare la boccetta a John . Ovviamente l’odio per Joanna cresce visto che è sempre in mezzo e non riesce mai a fargliela pagare.
Scatta la crisi. Io e Ale abbiamo un dado nero ciascuno mentre Moreno ha due bianchi e due neri. Io e Ale facciamo entrambi 4 nero, Moreno 3 nero. Decidiamo che Io e Ale scegliamo gli elementi della Crisi dalla tabella precipua: “una spettacolare autodistruzione” e “un piano perfetto tranne per un particolare”.
John fa bere Marlowe durante le prove dello spettacolo, (vince di farlo bere, non come prima) e infatti il commediografo cade faccia avanti, schiumando in preda a convulsioni.
Joanna ne approfitta per accusare John dell’accaduto, (fallisco di proposito per mirare ad avere un alto numero di dadi neri), ma avvicinandosi a Marlowe questi le strappa il vestito rivelando il seno, segue putiferio, nessuno accusa John e scappo in lacrime. Come colore in compenso decidiamo che le chiavi della scatola cadono di tasca a Marlowe e che io le raccolgo prima di scappare via (John vede tutto questo).
Fuori dal teatro incrocio Donald che finalmente riesce a prendermi e mi riporta in teatro, dove John riuscirà ad accusarmi di essere l’assassina di Marlowe e a farsi dare le chiavi da Donald (visto che il filtro, col cavolo che ha funzionato).
Sipario.
I miei 3 dadi neri fanno 1,1,2. Cercano di linciarmi e finirò la mia vita come prostituta zoppa.
I dadi di Ale (John) sono 2 bianchi e un nero e fanno 3 bianco. Finirà come un alcolizzato visto che le chiavi non aprono la scatola, infatti…
Moreno (Donald) fa uno straordinario 16 bianco. Con un abile gioco di prestigio infatti ha dato le chiavi della torre a John e si è tenuto per sè quelle della scatola che contiene (finalmente si scopre la verità, avevamo lasciato aperta questa cosa fino alla fine e Moreno ha avuto questa botta di genio pazzesca all’ultimo ) gli incassi del teatro e tutti i copioni scritti da Marlowe passati presenti e futuri. In più licenzia John, tanto per gradire.
Adesso, a posteriori, sul momento non ci è venuta questa idea, ci starebbe da matti che Donald, dandosi al teatro, cambiasse nome e si facesse chiamare William Shakespeare…
Siamo rimasti ammutoliti dalla complessità e dal divertimento delle vicende narrate da noi stessi in quasi due ore di gioco effettivo con lettura di regole annessa. Un’esperienza affascinante da ripetere al più presto!
TomStardust Vai al profilo 23 Novembre 2010 – 14:44
Bel resoconto. Avevo già sentito parlare di Fiasco, grazie per la testimonianza, mi piacciono i racconti delle esperienze di gioco!
Killing Joke Vai al profilo 26 Novembre 2010 – 18:33
Anche io ho preso Fiasco a Lucca. E’ fantastico, lo consiglio a tutti.
Claudio Vai al profilo 6 Dicembre 2010 – 08:00
In una discussione su gentechegioca.it mi hanno fatto notare che siamo finiti in mezzo ad un errore piuttosto comune sulla gestione delle scene di Fiasco. Quello di confonderle con dei conflitti! Infatti qui: http://janus-design.it/news/come-fare-fiasco l’autore dà alcuni suggerimenti!