Un grande archetipo del fantasy è la figura del vecchio maestro saggio come Merlino, Gandalf, Miyagi, etc. Quest’archetipo è poco utilizzato nei gdr per un motivo molto semplice: la sindrome del png figo del master, una terribile malattia che colpisce tutti i master di D&D e che consiste nell’avere un png super forte e super figo che “casualmente” risolve tutte le avventure lasciando ai PG il fondamentale compito di “porta bagagli”. Per evitare questo problema il metodo più semplice è quello di non utilizzare i mentori come png ma è un peccato perché possono dare profondità al gioco. Quali vantaggi porta utilizzarli?
1) Agganci per avventure. È l’utilizzo più ovvio poiché il maestro potrà fornire missioni o essere in pericolo e in generale sarà al centro di trame e intrighi che coinvolgeranno anche i suoi allievi fra cui i PG ma non solo. Il classico allievo passato al lato oscuro è uno stereotipo utilizzato moltissimo per una semplice motivazione: funziona…
2) Fornire informazioni. Il mentore fornisce informazioni ai PG direttamente in gioco invece di doverlo chiedere fuori dal gioco al master. Oltre agli evidenti vantaggi nell’”immersione” del giocatore, c’è anche da valutare che l’informazione non sarà data da un narratore onnisciente e onnipresente ma direttamente da un personaggio che potrebbe avere informazioni errate o comunque soggettive.