Augusta Universalis è un GDR attualmente in fase di finanziamento su Kickstarter che ho potuto testare di recente. Si tratta di un gioco di ruolo ucronico, ambientato in una versione alternativa del nostro universo in cui l’Impero Romano non è mai caduto ma, anzi, ha conquistato le stelle. In questo articolo vi illustrerò la mia esperienza di gioco.
La prima cosa che colpisce di questo gioco è sicuramente il comparto estetico: si tratta di un prodotto italiano originale con illustrazioni semplicemente pazzesche, create da Fabio Porfidia e Gaetano Carlucci (quanto meno per quel che ci è dato vedere). Insieme al beta pack ho ricevuto anche alcuni wallpaper che userò per questo articolo, giusto per darvi un’idea di cosa parlo. PRODOTTO ITALIANO. Alla faccia dei pregiudizi comuni.
Seconda cosa, la Guida Rapida sfoggia una grafica davvero bellissima, barocca ma sicuramente adatta al setting in questione. Potete scaricarla da qui (e fatelo perché più download ci saranno più Community Goal potremo sbloccare su Kickstarter). Contiene un riassunto di setting, regolamento, anche la scheda di un solo PG Pregenerato anche se nella Beta ce n’erano 5 e non ho capito perché non metterli tutti. Tanto immagino saranno scaricabili successivamente. Almeno, io non ho intenzione di squartare il manuale per fotocopiare le schede dei PG pregenerati.
AMBIENTAZIONE
Il Grande Regno Sserath, in epoca antico-romana, ha individuato il florido pianeta Terra e ha deciso di mandarci una nave spaziale con soli 12 esploratori. Si tratta di alieni rettiliani che sono sbarcati sulla penisola italica e hanno iniziato ad analizzare pianeta e umani, vivisezionandoli e dando sfoggio della loro mostruosa e avanzatissima tecnologia.
Per niente intimoriti, messi all’angolo, i Romani hanno preferito la pugna alla sottomissione e, seppure a costo di migliaia di morti, sono riusciti a sconfiggere quei 12 rettiliani risparmiandone uno solo che, in seguito, si sarebbe unito alla popolazione di Roma. Un passaggio ucronico fondamentale, poiché questo ha permesso agli umani di mettere le mani sulla tecnologia dei Sserath, avanzatissima.
Quando 200 anni dopo gli alieni sono tornati in forze sulla Terra, hanno trovato una umanità incredibilmente evoluta e pronta a spaccare loro il c*lo. Anche in questo caso il prezzo da pagare in vite umane è stato ingente, ma da allora l’Impero Romano è passato alla controffensiva e ha prima conquistato il Sistema Solare per poi espandersi per la via lattea utilizzando sorta di Portali Spaziali simili a buchi neri sintetici.
Alieni rettiliani, Pretoriani iper tecnologici, navi spaziali e Portali Spaziali per lontanissimi luoghi del Cosmo. Cosa chiedere di più dalla vita?
Dopo mille peripezie, guerre ed esplorazioni spaziali, arriviamo al 2018: oggi. Perché il gioco, super fantascientifico, è ambientato proprio nel 2018, non nel tremilaechisacosa. Un comune slancio di grandezza, si legge nel trailer, un nemico comune da sconfiggere, l’estinzione da evitare hanno permesso all’Impero Romani di ergersi ed evolversi a vessillo dell’Umanità tutta nello spazio, accelerando l’evoluzione tecnologica in modi esorbitanti (soprattutto grazie alla conquista della tecnologia Sserath).
https://www.kickstarter.com/projects/1545227422/augusta-universalis-gdr
Non fraintendete: non si tratta solo di andare in giro a fare gli Space Marine contro gli alieni, anzi. Gli alieni, a un certo punto, iniziano a fare alleanze con gli umani per sconfiggere orrori cosmici noti come Troni Oscuri: sorta di Grandi Antichi dello spazio che divorano pianeti. Oppure per affrontare i Kyroptidi, insetti alieni infestanti alla Starship Trooper (se non avete visto questo glorioso pezzo di cinema, shame on you e autofustigatevi subito!).
Come se non fosse abbastanza, l’Impero Romano, composto da tutte le popolazioni della Terra, è diviso dalla Guerra delle Aquile, una sorta di guerra civile di successione tra due prime donne che rivendicano il diritto di comandare su Roma. Una delle due, una str**za di proporzioni galattiche, ha persino distrutto di sua iniziativa il pianeta madre del Grande Regno Sserath… e ora i rettiliani, che stavano per fare “pace” con l’Impero Romano, si dividono in chi vorrebbe sterminare Anastasia Eracliade e i suoi supporter e chi invece vorrebbe sradicare in toto la minaccia umana e distruggere il pianeta Terra.
CHI INTERPRETIAMO IN QUESTO GIOCO
Siamo Pretoriani, ovvero super soldati romani cibernetici. Il nostro corpo è un misto uomo-macchina e, come in Cyberpunk, rischiamo di perdere la nostra umanità da un momento all’altro. I Pretoriani incarnano l’assoluta auctoritas dei loro Cesari: in sostanza, quel che dicono i Pretoriani è legge per chiunque non sia un Pretoriano o un pezzo molto grosso. Nel gruppo è inoltre fondamentale che ci sia varietà di Gradum militare.
I Pretoriani possono materializzare a comando armature super tecnologiche, che vanno da quelle Levis, leggere ma con pochi Systemata, a quelle Gravis, le più pesanti e ricche di Systemata, passando per le Medie. I Systemata sono i componenti dell’armatura: vengono gestiti con piccole schede stampabili formato poker. Le si ritaglia, le si compila e poi le si posiziona su di una Scheda particolare detta Tabula Systemis, della quale allego uno screenshot.
Ci sono svariate cose da dire su questo elemento del gioco: prima di tutto, mai visto niente di più originale ed esaltante. Sul serio, per due motivi.
- I Systemata sono totalmente personalizzabili tramite una meccanica a Simboli che avevo visto anche in Musha Shugyo RPG. Qui però ci sono nuovi simboli detti Emblemi, ma il concetto è che si può personalizzare tutto senza chiedere permesso al Master. Più costa attivare un Systemata, più sarà potente. Ogni Simbolo fornisce una micro meccanica e un elemento scenico preciso: lancia l’avversario in aria o gli fa perdere temporaneamente l’equilibrio, ignora la sua armatura, infligge o assorbe danno superiore al normale (a seconda che il Systemata sia un’arma o una protezione), paralizza il nemico e così via.
- Il posizionamento delle carte Systemata sulla Tabula rappresenta l’Assectum dell’armatura. Spostare le carte oppure girarne alcune a faccia in giù e altre a faccia in su (ci sono personaggi con 8 Systemata, ma solo 5 possono essere attivi contemporaneamente) costa Punti Azione, ma ti permette di cambiare Assectum. Una trasformazione che ti fornisce bonus in attacco, in difesa, in movimento e così via.
Queste semplici meccaniche forniscono, in gioco, un’esperienza pazzesca. Tutti i giocatori che hanno partecipato con me alla beta si sono esaltati non appena hanno capito con che cosa avessimo a che fare. E pure io che ero il Master, a dire la verità, ho seguito il tutto con un po’ di invidia perché non vedo l’ora di giocarci da normale giocatore.
L’armatura si trasforma in tempo reale grazie alla disposizione di speciali carte compilabili, dette Systemata, su di una plancia chiamata Tabula Systemis
LA SCHEDA DEL PERSONAGGIO
Sulla scheda del Personaggio avremo una serie di valori molto semplici. Si tratta di un A4 orizzontale e direi che lo possiamo dividere sostanzialmente in due parti:
Quella di sinistra è la parte che contiene tutti i tratti narrativi: Historia (Background), Ordine e Guardia di Appartenenza, Mores che sono sorta di obiettivi e convinzioni del PG (e servono a fargli ottenere punti esperienza), etc. Qui troviamo anche un metro per misurare i Punti Azione e uno per Punti Vita. Nota interessante: non appena subisci abbastanza ferite da completare uno dei riquadri con i Punti Vita presenti, sei costretto a disattivare una Carta Systemata che si rompe. Finché non passa un po’ di tempo o qualcuno non ti cura, la carta resta inattiva.
Idea spettacolare a mio avviso, anche perché fornisce ulteriore profondità alle gerarchie di armature: è vero che un Pretoriano in armatura Gravis spende più Punti Azione per muoversi ma è pur vero che ha un sacco di Carte Systemata in più! Per cui, anche se alcune si rompono continua a menare come un fabbro incazzato.
A destra abbiamo invece la maggior parte dei valori numerici: Virtus e Peritiae. Un semplice sistema a Caratteristiche + Abilità con il risvolto importantissimo che prima devi descrivere quel che fai e DOPO il Demiurgo ti dice con che Virtus lo fai. Devi insomma ingegnarti a descrivere cosa fai in modo da farti assegnare le Virtus più alte nei Test e se riesci a infilare nella descrizione le parti narrative nel lato sinistro della scheda, ne ottieni svariati bonus.
COME GIRA IL SISTEMA
Penso che il gioco faccia di due punti fondamentali il proprio cuore meccanico e procedurale:
- Intepretazione e situazioni sceniche portano a meccaniche da applicare;
- La descrizione di quel che fai si traduce in combattimento in Simboli, piccoli elementi meccanici con effetti automatici se il colpo va a segno.
Si tratta di mescolare in modo particolare interpretazione e meccaniche. Non è un gioco puramente narrativo manco per sogno e non è neanche lontanamente un gioco di quelli puramente meccanici in cui la descrizione di quel che fai è superflua.
La più impegnativa barriera all’ingresso in un gioco del genere? Prima di tutto i Simboli. Intendiamoci, secondo me sono un sistema innovativo e semplicemente geniale. Ogni Emblema si porta dietro un aspetto scenico e meccanico semplicissimo, però quando non ne conosci nessuno e devi capirli, puoi restarne spaesato. Fatto sta che ci sono due facciate di riassunto di Simboli in tutto, nella Guida Rapida. Me le sono stampate, messe davanti e non ho MAI avuto problemi.
Dopo un po’ si sono abituati anche i Giocatori: d’altronde ogni PG ha solo un pool molto piccolo di Simboli, nelle Carte Systemata. Tuttavia è bene imparare almeno cosa fanno a livello scenico perché possono essere improvvisati a piacere. Cosa fantastica perché se dici che vuoi lanciare in aria il nemico con un pugno, in un altro gioco tiri attacco e basta, non succede niente di speciale. Qui lo lanci DAVVERO in aria, con l’Emblema Scaglia e poi lo puoi colpire al volo con una cannonata, per esempio. Scene di una simile epicità mi son riuscite solo con questo sistema, fin da Musha Shugyo.
Insomma, superate la diffidenza per un sistema nuovo e giocatelo. Ci si abitua in fretta ai Simboli, massimo alla seconda sessione.
Poi c’è la questione interpretativa. Non tutti i miei giocatori sono abituati a descrivere quel che fanno in gioco al di là di un semplice “casto incantesimo X”, oppure “lo attacco”. Perché? Perché nessun sistema che ho provato prima di Augusta Universalis li costringe a descrivere. Quindi alcuni di noi fanno ruolate appassionate e altri giocano a tirar dadi e basta.
Quindi che succede se uno non sa o non vuole descrivere? Che si trova in difficoltà, almeno all’inizio. I miei giocatori hanno iniziato a capire che se non descrivevano niente non avevano speranze di aver successo nei Test e alla seconda sessione ho visto parlare in modo articolato il Berto. Vi assicuro, ragazzi, che non avete idea di cosa significhi tutto questo.
- “Sparo”.
- “Attacco”.
- “Schivo”.
In gioco il vocabolario del Berto era questo, solitamente. Mi è venuto da dire “è vivo… è vivo… è vivo vivo!” (Berto si scherza…)
Insomma, secondo me questo sistema funziona in un modo eccezionale e tira fuori la vita che c’è nei Berti ai vostri tavoli. Ve lo consiglio davvero tanto.
KICKSTARTER FINO AL 17 SETTEMBRE
Perché finanziarlo ora? Ci sono un sacco di motivi ma il principale, almeno per me, è il Liber Maximus. Sconti rispetto al prezzo retail a parte, chiunque finanzi Augusta Universalis ora ottiene anche un libro intero, a colori, formato A4, esclusivo e addizionale rispetto al manuale base. Manuale che sarà cartonato tutto a colori e più di 240 pagine. Una bomba piena di contenuti speciali: il Liber Maximus è una cosa che non ci sarà più in commercio. Ora o mai più insomma.
Inoltre, gli autori son stati così gentili da garantirci che firmeranno e numereranno i manuali. Il sogno di un collezionista come me. Per cui, scaricate gratis la Guida Rapida, sbavateci sopra e finanziate questo grandissimo progetto italiano! Perché così mi ingrossate il Liber Maximus 😛