Data di registrazione
21 giugno 2012
Descrizione
LA QUESTIONE D’ONORE
Bussai alla porta del Prete a lungo. Era tardi e l’ora delle visite era passata da un pezzo. Infine sentii il grattare metallico sul legno e lo spioncino si aprì.
“Chi è?” rispose una voce arcigna. Riconobbi immediatamente chi aveva parlato.
“Di certo ti ricorderai del tuo vecchio commilitone, Karl-Friedrich?” dissi io.
La porta s’aprì lentamente. Holtz sembrava più grasso di quanto lo ricordassi. “Karl-Friedrich, mio caro amico…Entra, entra. Mi spiace per l’accoglienza scortese, ma è già tramontato il sole.”
“Mi scuso per l’ora in cui arrivo. Sono stato trattenuto da alcuni banditi lungo la via.”
“Ma stai bene?” chiese Holtz, preoccupato. Annuii ed egli si rilassò.
“Dovevo saperlo che te la saresti cavata, non mi scorderò mai quella notte nella Foresta delle Ombre! Senza il tuo martello non ne saremmo mai usciti vivi.”
Sorrisi al ricordo. Holtz era giovane, allora, e anche io. Distruggemmo un culto perverso, quella notte, bruciando gli eretici in nome di Sigmar.
“Non ti vedo da quanto, sette anni?” chiese Holtz. “Ne è passato del tempo, caro Karl-Friedrich. Dimmi, fai ancora parte della chiesa?”
“Sì, in effetti,” dissi con calma, “anche se ho lasciato l’Ordine del Martello d’Argento.”
“Hai fatto carriera, eh? Buon per te. Ma dimmi, che cosa ti porta a Carroburg?”
“Sono qua per lavoro. Sono venuto a scovare un eretico.” Entrai nel salotto di Holtz e mi inginocchiai di fronte al suo camino. Presi la molla e iniziai a stuzzicare i tizzoni.
Holtz rimase fermo in piedi. Sembrava nervoso. “Un eretico? A Carroburg? E’ la prima volta che ne sento parlare.”
“Beh, certo, è probabile. Ci sono state delle indagini accurate, anche se l’eretico in questione non se ne è mai reso conto.”
Estrassi la molla incandescente dalla brace, sollevandola. Holtz indietreggiò di un passo. “Sembra che questo eretico predichi la Parola di Sigmar di giorno, e adori i Poteri Oscuri di notte. Riesci a immaginartelo, Holtz? Un prete di Sigmar, una colonna portante dell’Impero, corrotto dai poteri del Caos?”
Holtz si passò la lingua sulle labbra. “Ci dev’essere uno sbaglio. Karl-Friedrich, come puoi pensare che si tratti di me?”
Gli fui addosso in tre passi, la mia mano sinistra che gli artigliava il collo, mentre con la destra tenevo la molla incandescente a pochi centimetri dal suo volto. “Holtz, è finita. Per il potere conferitomi dall’Ordine della Fiamma Purificatrice, ti espello dalla Chiesa di Sigmar! Non travierai altri con le tue menzogne e le tue bestemmie.” Holtz spalancò gli occhi e iniziò a grondare di sudore. Si mise a piagnucolare mentre continuavo col mio giudizio.
“Se vuoi portare vergogna alla tua famiglia, ci sarà un processo. Se vuoi che ognuno a Carroburg sappia che sei un agente dei Poteri della Rovina, puoi continuare a dichiarare la tua innocenza. Tuttavia, poiché sei stato un fervente servitore di Sigmar e un mio amico, ti offro una scelta.” Allentai la presa, estrassi il mio pugnale e porsi l’elsa al Prete caduto in disgrazia.
“Puoi avere il processo, o scegliere il pugnale e farla finita subito. Sta a te decidere.”
Holtz guardò prima me poi il pugnale. Era in trappola e lo sapeva.
Allungò una mano tremante verso il pugnale…
La notizia si diffuse il giorno seguente. Holtz, un amato Prete di Sigmar, fu trovato nella sua casa, suicida. Nessuno riuscì a comprendere il motivo di un simile gesto e la famiglia pagò per un funerale fastoso. Lasciai un pendaglio che recava il martello di Sigmar sulla sua tomba, in ricordo
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