D&D – Scrivendo un’Ambientazione

Per anni ho giocato e narrato avventure di quasi tutte le edizioni di Dungeons & Dragons, e ho sempre subìto il fascino delle ambientazioni. L’idea che qualcuno avesse creato un intero piano di esistenza che risultasse plausibile, quantomeno per gli standard di un mondo fantasy, mi ha sempre fatto venire voglia di aggiungere dettagli o varianti che rendessero quei capolavori ancora più perfetti per il mio immaginario.
Oggigiorno le ambientazioni disponibili sono davvero tantissime e per tutti i gusti. In trentacinque anni, dalla primordiale Blackmoor (1970) alla più recente Eberron (2005) è stato scritto veramente di tutto.

Troppo spesso però ho sentito, assistito e partecipato a discussioni incentrate sul paragone tra ambientazioni: tradizionalisti di Mystara contro epici di Forgotten Realms, ambiziosi di Spelljammer contro gotici di Ravenloft e chi più ne ha più ne metta. In quasi venticinque anni di Dungeons & Dragons ne ho sentite veramente tante, e la personale conclusione a cui sono giunto è che non possono esistere parametri oggettivi in grado di incoronare definitivamente un’ambientazione come “la migliore di tutte”. Credo piuttosto che ognuna di esse abbia punti focali, tematiche e lacune, l’unica banalissima cosa che a mio avviso può veramente rendere un’ambientazione migliore di altre è il gusto del gruppo di gioco. Tra l’altro, così come di decade in decade nascono nuove generazioni di persone e con esse nuovi generi musicali o cinematografici, è naturale che anche i sotto-generi del fantasy subiscano lo stesso correre del tempo diventando di culto in certi casi e superati in altri.

Coltivando il mio gusto ho sempre cercato di immaginare come sarebbe “il mio mondo fantasy”, che storia avrebbe, che divinità vi sarebbero a capo e che culture lo abiterebbero; ci pensai così tanto che decisi di iniziare a scriverne degli appunti sparsi man mano che mi venivano in mente.
Influenzato dalla letteratura e dalla cinematografia, scrissi davvero tanti spunti di generi e tematiche differenti (talvolta anche apparentemente inconciliabili) finché poco meno di un anno fa non decisi di iniziare ad accorpare e sviluppare gli spunti cominciando, di fatto, a scrivere un’intera ambientazione.
I primi tempi non riuscivo ad abbozzare nulla che mi soddisfacesse, poiché ero costantemente terrorizzato di incappare in plagi o stereotipi; qualsiasi cosa scrivessi ero certo di averla già letta o vista, ero davvero in crisi e dovetti fermarmi.

A farmi superare lo stallo fu la decisione non solo di ignorare eventuali plagi o stereotipi, ma di crearli appositamente, inserendo nomenclature note o vere e proprie citazioni che mi fossero d’ispirazione.

Ciò che sto scrivendo non ha la pretesa di essere completo ed espanso al punto tale di essere paragonato ad ambientazioni colossali come Birthright o Dragonlance, realizzati da professionisti del genere. Il mio punta piuttosto ad essere un lavoro amatoriale, prodotto senza scopi commerciali e senza alcuna fretta, e il fatto che sia farcito di riferimenti e porzioni di concetti già visti in libri, film o fumetti che mi hanno emozionato, è un suo valore aggiunto, che rispecchia i miei sogni e il mio immaginario. Su queste basi ho iniziato quindi a dividere le mie idee per concetti: la geografia, la storia, la mitologia, la religione, le classi sociali, la politica e innumerevoli altri che vado legando tra loro cercando di rendere tutto il più plausibile possibile.
Allo stato attuale in quasi otto mesi di lavoro sono giunto ad una buona base. So come sono nati gli dei, come sono gerarchizzati, come hanno costruito l’intero creato e come questo è giunto ai tempi odierni in cui le avventure verranno giocate. So come è strutturato il piano materiale, ne ho disegnato la geografia e le linee guida della storia che ne ha delineato i confini e generato le culture. Sto creando un mondo a misura della mia fantasia, dove nulla è lasciato al caso e tutto ha un motivo per esistere.
Sono perfettamente cosciente di quanto sia immenso il lavoro che ancora mi aspetta, ma il rendermene conto, che ci crediate o no, mi incoraggia. Ogni volta che aggiungo un paragrafo ne traggo una grande soddisfazione, ogni volta che ritocco una parte scritta mesi prima ne sono compiaciuto e non vedo l’ora di farla leggere a qualcuno.
In buona sostanza, credo che questa mia ambientazione che ho intitolato “Popoli Eterni” sia per me come il galeone per Dylan Dog: il mio obiettivo non è finirla, ma sapere di poterci lavorare ogni volta che ne ho voglia e continuare ad emozionarmi.

Turi Messina

Pubblicato da Turi

Sono nato a Palermo ma da anni vivo a Roma, gioco di ruolo dal 1993 e non credo smetterò mai. Gioco sia da tavolo che dal vivo, sia fantasy che horror. La cosa che amo dei giochi di ruolo è la possibilità collettiva di creare belle storie, la cosa che tollero di meno sono le persone in grado di rovinare tutto a causa di frustrazioni personali.

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4 commenti su “D&D – Scrivendo un’Ambientazione”

  1. Associazione Ludica Oltretempo 8 Settembre 2012 – 13:13

    Se ti va, quando credi di essere arrivato a un buon punto, e vuoi un parere da playtester per la tua ambientazione, i nostri ragazzi sono disponibilissimi ^^! Comunque complimenti perché è proprio così che si fa: si crea proprio per il proprio piacere personale, in bocca al lupo per il tuo progetto 😀

  2. Turi Vai al profilo 11 Settembre 2012 – 10:52

    Grazie mille per i complimenti,
    Quando il mio lavoro sarà giunto ad un livello di completezza accettabile per iniziare ad essere giocato autonomamente magari te ne faccio avere una copia!!! 🙂

  3. Alessandro Mancini 10 Dicembre 2012 – 10:54

    Bravo, hai sicuramente centrato il punto che tutte le ambientazioni, anche se abbinate ad uno stesso regolamento, sono un gioco a parte. Qualunque idea tu abbia avuto, per quanto apparentemente poco originale, è nelle mani dei giocatori (che interpretano personaggi ignari di tutto e che non hanno mai visto un film!). Quindi avrai bisogno di giocatori bravi, che mettono l’interpretazione in cima alle componenti avvincenti del gioco di ruolo. Il mio consiglio è di fare tanto play testing e non limitarti ad aggiungere un paragrafo. Organizza delle one shot in cui metti alla prova una città, un ordine religioso, una classe di prestigio da te ideata, l’economia, il tessuto socio-culturale, la storia del mondo. Gioca il mito degli dei o le gesta degli importanti eroi del passato insieme ai tuoi più fidati compari e vedrai che tutto quello che serve alla tua ambientazione verrà da se. Non ci scordiamo mai da dove è venuto fuori Raistlin 🙂

  4. Dracomilan 21 Giugno 2013 – 16:06

    “Su queste basi ho iniziato quindi a dividere le mie idee per concetti: la geografia, la storia, la mitologia, la religione, le classi sociali, la politica e innumerevoli altri che vado legando tra loro cercando di rendere tutto il più plausibile possibile.”

    Questa è la parte più divertente del lavoro: sentirsi il creatore del mondo 😉

    Io ho creato un’ambientazione con grande fatica e lavoro, e solo dopo dieci anni la ritengo completa… se vi interessa la trovate qua http://alfeimur.com/ambientazione-fantasy-d20

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