Lex Arcana si può definire un esperimento in piena era GdR. Un esperimento nato quando i primi tentativi di giochi di ruolo italiani editi dalla Elle, come I Cavalieri del Tempio, Holmes & Co., Katakumbas, venivano snobbati per il solo fatto di essere italiani.
Lex Arcana per molti è considerato il primo gioco di ruolo italiano. Di fatto si tratta di un tentativo della nota casa Dal Negro che produce carte e set per giochi sul genere di entrare in quello che all’epoca pareva un settore promettente. Di fatto oltre nei negozi classici per gdristi, Lex Arcana lo si poteva trovare anche dai tabaccai, che nemmeno sapevano cosa avevano sottomano.
Eravamo in piena era di grandi titoli americani. Cthulhu, Stormbringer, Star Wars, Rolemaster, e perfino l’utenza solita di GdR italiana finì per guardare Lex Arcana con sufficienza.
Ma chi osò varcarne gli schemi, scoprì un gioco che può benissimo annoverarsi tra i migliori mai prodotti.
Molto interessante, visto l’ambientazione sulla Roma antica, la scelta di creare una sorta di continuum, rispetto la caduta dell’impero Romano. Siamo infatti minacciati da barbari e magie degli stessi. Di fatto Roma affronta con le superstizioni le magie druidiche o africane, e per questo viene creato un corpo elitario al pari dei pretoriani, la Chorux Auxiliaria Arcana, con il compito preciso di contrastare le magie che minacciano l’impero. Interessante anche che l’autore abbia voluto omaggiare il titolare della Dal Negro, dando come nome all’imperatore quello di Teodomiro come appunto il titolare.
Il gioco si presenta snello nel regolamento, e sorprende come trovandoci già in epoca avanzata, vi sia un ritorno a tutti i dadi “particolari” che oramai avevamo lasciato al primo D&D, come D4,D8,D12,D20. Ma anche qui ci hanno voluto sorprendere introducendo quella che all’epoca appariva come una novità il D3. Un dadone a sei facce di plastica colorata come gli altri trasparente, semplicemente con ripetuti i numeri da 1 a 3. Unica pecca del gioco, il “Mostrario” che ripercorre la mitologia italica e greca, quindi troviamo figure assurde, quali chimere, sfingi, arpie. Ma in mano a un Master esperto, ricondotto a un discorso legato più a non morti, riti druidici, egiziani e quanto, il gioco sa risaltare al massimo tutte le sue particolarità.
Lex Arcana appare completo, storicamente ripercorre fedelmente l’epoca romana, e ci si aspettava qualcosa di più per colmare le mancanze, come veleni, un preziario indicativo, e una particolarizzazzione delle erbe e usi tipici dei Romani dell’epoca, sia nel quotidiano che a livello politico e sociale. Nulla comunque che un Master non possa autonomamente colmare attraverso una ricerca storica.
Purtroppo la casa editrice non ha creduto nel prodotto, e appena dopo due espansioni, che poi rappresentavano avventure che al contempo arricchivano di particolari alcuni territori come cartagine, ha scelto di interromperne la produzione.
Considerando che sono molto severo nel giudicare i giochi di ruolo, in una scala da 1 a 10, Lex Arcana merita a mio personale parere un 8.
[grazie a Qwein]