Il fascino discreto dell’antagonista

Uno dei momenti da “giocatore di ruolo di merda” più diffusi, tanto da essere “celebrato” in the Gamers è la scena dove appare il “cattivo”che inizia il classico monologo “blah,blah, non potete fermarvi, blah, blah” e a metà di esso, un giocatore tira dardo incantato, inizia a calcolare i danni e con fare trionfante si rivolge al master: “ho la sorpresa vero?”

Superato l’attimo in cui immagini la morte del suo pg nelle maniere più atroci, cerchi di spiegare che il monologo serviva per dare pathos alla scena dopo di che gli uccidi il pg in modo molto doloroso 🙂

Creare un bell’antagonista è indispensabile nella costruzione di una campagna: la trama di Guerre Stellari è elementare eppure è diventato un classico grazie alle figure di Darth Vader e Palpatine cosi come Raoh in Ken il guerriero, Roy Batty in Blade Runner o Magneto negli X-Men.

Cosa hanno in comune questi “cattivi”? Cosa li rende unici? Una possibile risposta c’è la fornisce Samuel Jackson nel finale di Umbreakable

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Pubblicato da vodacce

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