Ciao a tutti, mi chiamo Domenico e abito a Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna. Tra circa due settimane partirà una nuova campagna di Dungeons and Dragons di cui sarò il DM e le cui regole si baseranno sulla gloriosa vecchia edizione, quella della scatola rossa per intenderci, ma rimaneggiate e rivisitate in anni di gioco (15), pur tuttavia senza snaturare l’essenzialità e l’immediatezza del regolamento originale.
Al momento siamo già in quattro e stiamo cercando una/due persone da aggiungere, in modo da poter essere regolari negli incontri e ovviare, quando può capitare, all’assenza di un giocatore.
La campagna sarà improntata su una buona dose di interpretazione e gioco di ruolo, pur lasciando margini di soddisfazione a chi ama il power-playing. Ovviamente se cercate gruppi EUMATE questo annuncio non fa per voi :D.
Il giorno deputato sarà la Domenica, con cadenza settimanale. dalle 20.00 alle 23.30 c.ca.
Chiunque fosse interessato può contattarmi alla mail
[email protected] oppure sul mio profilo
FB.
Per chiunque fosse interessato, lascio una brevissima sinossi dell’ambientazione.
P.S.: I PG partiranno tutti dal primo livello.
Brevi nozioni storiche
L’impero Nabiano è un’esteso territorio continentale che affaccia sull’Oceano dell’Oblio e sul Mare del Serpente, rispettivamente a ovest e a nord.
Il nome con cui l’impero è conosciuto dentro e fuori i propri confini deriva da quello del primo imperatore, che fu in grado di unificare popolazioni culturalmente molto simili ma incapaci, fino alla sua ascesa, di organizzarsi in un’unica nazione. Nab era il suo nome.
L’impero fa parte sempre del mondo di Imrim, ma l’era di riferimento è la quarta, parecchio distante da quella che alcuni di voi già hanno giocato quando le avventure erano ambientate nel regno di Coinmas.
In generale nel mondo di Imirim durante questa era c’è una grande diffusione dell’ateismo, nell’accezione più specifica del termine, e cioè una radicata negazione dell’esistenza degli dei. Esistono ovviamente chierici in grado di usare la magia, ma la maggior parte di questi sono ministri di culti basati sulla contemplazione, la perfezione interiore o filosofie molto particolari, come ad esempio quei culti che credono fortemente che la morte sia l’unica forma di verità e che quella terrena non è una vita vera e reale. Dunque le capacità magiche di questi chierici dipendono dalla loro forza di volontà e da quanto, agli occhi del popolo, sanno incarnare gli ideali e i valori che essi professano (per fare un paragone con la realtà, essi potrebbero essere simili a dei monaci buddisti).
L’impero Nabiano basa la sua legislazione e la filosofia con cui esso viene amministrato su due dottrine, quella della preservazione e quella della creazione.
I’imperatore Nab, quando lo fondò, professava che la grandezza e la forza dell’impero si basano su tre pilastri: la fede, la conoscenza e l’ordine. Questi tre ideali andarono a sostituire i vecchi dei che, nella sua visione, erano il vero motivo della mancata pacificazione dei popoli fino a quel momento. Per affermare il suo potere e le sue convinzioni dovette soffocare numerose rivolte nel sangue, ma poiché i popoli che avevano la pretesa di essere i discendenti di quel dio o di quella dea non ebbero mai alcun intervento divino a loro favore che fermasse di fatto l’ascesa di Nab, col passare dei decenni gli dei vennero dimenticati.
Ovviamente ciò fu possibile anche grazie al buon governo di Nab e del suo successore, Uther, i quali furono giusti, ebbero a cuore il benessere del proprio popolo e ufficializzarono che la discendenza di Nab non fosse sancita dal sangue ma dal valore.
Il codice di Nab, al capitolo della Fondazione recita questo passaggio:
“Tre sono i pilastri, intagliato con alabastro quello della fede, rivestito di ardesia quello dell’ordine, e scolpito nella malachite quello della conoscenza. Il popolo ad essi si genuflette e, in contemplazione, si libera dai falsi dei, comprende che tutto ha un’inizio e una fine, un sotto e un sopra, una base e un vertice, riponendo il compimento di un destino di grandezza nelle mani dell’imperatore eletto.
Da essi sgorgano acque chiare e benedette, che convergono in cinque rivoli, a cui il popolo si abbevera. Le fonti dispensano Pace, Giustizia, Speranza, Verità e Potere e in esse si sono unti i Ministri dell’Impero, da allora e per sempre benedetti dalla dottrina della Preservazione e dalla dottrina della Creazione”.