Puntate precedenti:
Scorci – Satyr il Ranger
“Maledizione!” Il pendio scosceso finiva dritto su una montagna di sterco d’orso e Satyr c’era scivolato proprio sopra.
“Figlio di una folletta incestuosa! Userò le tue palle come collana!” Stava seguendo quel cervo da quasi due giorni, da tempo una preda non lo faceva dannare a quel modo. Ogni ora di inseguimento gli ricordava quanto velocemente stesse invecchiando e questa cosa lo faceva imbestialire.
Mentre si rialzava faticosamente, i suoi movimenti sembravano sottolineare quanto fossero stati impietosi gli anni con lui. A vederlo ora, in ginocchio e coperto di sterco, era impensabile immaginarlo a guardia della barriera o sulle tracce di qualche spaventosa creatura.
“Maledetto piccolo bastardo…quando le tue corna saranno appese sul mio camino non riderai più così tanto!” Il cervo lo fissava coi suoi enormi occhi scuri e il movimento ritmico delle sue orecchie sembrava proprio deriderlo. Satyr si mise in piedi e tentò di ripulirsi, ogni suo sforzo risultava vano e grottesco. Più sterco cercava di eliminare. più questo finiva per spalmarsi sui suoi calzoni.
“Che schifo!” alzò lo sguardo e fisso il cervo dritto negli occhi “Infilerò il mio pugnale nella tua gola! Brutto figlio di…” Prima che potesse concludere la frase la bestia scatto verso il folto della foresta, qualcosa l’aveva spaventata. Nonostante il silenzio opprimente della foresta innevata, qualcosa aveva messo in allarme l’animale…e non solo lui.
Una freccia era incoccata e l’arco era teso. Il volto di Satyr si era fatto rilassato e concentrato. Le stesse rughe, che poco prima sembravano sottolineare la fatica e la vecchiaia, ora raccontavano storie di battaglie ed epiche gesta, come fossero tatuaggi di guerra.
Un lupo delle nebbie era apparso alle spalle del ranger, i suoi occhi rossi lo fissavano e i muscoli guizzavano sotto la folta pelliccia bianca. Un istante, un frammento di sospiro e una freccia si conficcò nel collo della fiera.
Satyr si avvicinò al corpo e lo fissò per qualche istante.
“Hai fatto scappare il mio cervo, stronzo!”
Detto questo iniziò a scuoiare l’animale “Questa sera mi dovrò accontentare, ma la pelle si venderà bene” . Il coltello sembrava danzare, tracciando linee rosse sul manto candido delle bestia. Nuovamente i sensi del ranger si misero in allarme, dei rumori provenivano dal limitare del bosco.
Satyr si mosse con cautela fin dove le piante cominciavano a diradarsi, si appoggio ad una roccia e si alzò in piedi. Si passò la mano ancora sporca di sangue sulla barba e sorrise.
“Per le poppe di Estral! Questa mi mancava….”
Poco a valle, su un sentiero che costeggiava il crinale, una coppia improbabile. Un massiccio Dohrakin e un esile Elvin si dirigevano a sud assorti nei loro affari.